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Epsilon Indi
Wherein We Are Water
2012
BitBazar
di Nicolina Di Gesualdo
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Dopo tredici anni di silenzio, riempiti da collaborazioni teatrali e cinematografiche, tornano gli Epsilon Indi, gruppo storico italiano nato nel 1987 in seguito alla fusione tra una compagnia di teatro-danza e un gruppo musical. ”Wherein We Are Water” dimostra come la band conservi ancora lo stesso smalto, per nulla scheggiato da questa lunga pausa. Ci troviamo di fronte ad un ‘concept album’ che ruota attorno al tema dell’acqua, elemento privo di forme ma, allo stesso tempo, versatile nelle sue molteplici manifestazioni. Il brano di apertura, Dawn, coinvolge immediatamente grazie all’alone scenografico che riesce a creare, sostenuto dalla voce eterea di Alex Romagnoli, accostata agli archi, al piano e agli arpeggi di chitarra. L’atmosfera poetica non può che continuare con La Fenice e raggiungere uno dei picchi massimi con Shine, brano vagamente progressive e dalle sonorità mediorientali. Il disco persegue fin dall’inizio un ideale di estetica, di pura bellezza e fa della versatilità un proprio cavallo di battaglia (Clouds And Other Things, Just A Game) fino a sfociare nell’inquietudine più che mai teatrale di Rainy Day. Blinking Hands, invece, è la dimostrazione di come sia possibile creare sapientemente musica classica e rock insieme, mentre We Were Water, ballata struggente e romantica, allude metaforicamente all’inconsistenza umana e alla sua condizione di eterna solitudine. Gli Epsilon Indi chiudono in grande stile con Ocean Lullaby, brano post-rock onirico, Blurred Soul e The Rainbow’s End, che rivoluziona a colpi di rock la ritmica rallentata che caratterizza la gran parte del disco. Nonostante le parole lascino ampi spazi alla musica, lo stile indefinibile degli Epsilon Indi non prevede un ascolto passivo o poco accurato. “Wherein We Are Water”, al contrario, necessita di spiriti eletti, ben disposti a lasciarsi travolgere da questo irrequieto oceano di suoni.
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10/11/2012 -
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