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Davide Matrisciano
Traffico di pulsazioni (9 modi di intendere il frastuono)
2012
Prehistorik Sounds
di Eugenio Vicedomini
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Traffico di pulsazioni (9 modi di intendere il frastuono) è l’album d’esordio del polistrumentista e produttore musicale Davide Matrisciano. E’ un disco consigliato a chi ama la musica elettronica e, in particolare, il genere ambient.
Attualmente l’artista partenopeo sta attraversando un periodo di intensa attività artistica: sta collaborando (per le musiche) con la casa cinematografica tedesca Brandl Pictures e sta lavorando al suo secondo album, presumibilmente sul mercato nel 2013, che sarà maggiormente orientato verso sonorità indie e comprenderà esclusivamente dei brani cantati. Se volessimo tracciare un breve excursus storico di questo curioso ed inquieto personaggio, diciamo che Davide, in precedenza, si era avvicinato alla musica anche a livello manageriale: è stato presidente di due associazioni culturali, "Il mantello e la spiga" e "Lilith Club", nonché direttore artistico di un talent show andato in onda su Sky. Alla fine, il nostro eroe ha trovato proprio nel suo disco di esordio il miglior punto di convergenza di tutte quelle che erano le sue pulsazioni artistiche ed il suo amore per la musica. In questo progetto ci sono tutti i suoi ascolti musicali: da Philip Glass a Wim Mertens; da Steve Reich a Terry Riley; dalla PFM al Banco del Mutuo Soccorso. Una cosa abbastanza anomala per un disco di questo genere è, a mio avviso, rappresentata dal fatto che ciascun brano non supera mai i tre minuti e mezzo di durata, quasi come si trattasse di un disco rock dei primi anni sessanta. Il risultato è un raffinato acquerello composto da nove tracce che prendono spunto dalla migliore tradizione electro/ambient le cui raffinate atmosfere sono pervase da un senso di thrilling e di mistero che rimandano alla mente le colonne sonore degli action movie anni '80 ed a band di culto del calibro di Goblin, Yellow Magic Orchestra fino ad arrivare ai Mouse On Mars. Sembra quasi di ascoltare la colonna sonora di una spy story! Sicuramente ci troverete dei buoni spunti per estraniarvi dalla realtà lasciandovi cullare dalle raffinate ritmiche elettroniche e dalle trame a base di glockenspiel, sintetizzatori analogici e tastiere digitali. I nove brani del disco risultano molto ben prodotti ed equilibrati tra loro dando omogeneità al risultato finale. Su tutti, farei una particolare menzione per Sistematico (Giorno Acefalo), Spine Inermi ed, infine, Noia ed Affanno.
Al disco, a mio modesto avviso, manca solamente di un po’ di personalità in più che si potrebbe tradurre, a volte, in un maggiore crescendo emotivo dei brani (anche con qualche minuto in più) ed, in altri casi, in qualche credito in meno verso atmosfere à la Cafè del Mar, anche se qui si rientra nell’ambito dei gusti personali di chi sta scrivendo. In ogni modo, il piacere dell'ascolto non ne viene inficiato.
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23/07/2012 -
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