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Lou Reed & Metallica
Lulu
2011
Warners
di Andrea Belcastro
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Capolavoro o “cagata pazzesca”? Lulu sembra essere nato sotto una stella controversa. Quella delle opere non facilmente assimilabili ed in grado di dividere chiunque. Lulu è un album difficile da catalogare. Questo perché è fin troppo facile sparare contro un'improbabile joint venture tra due entità artistiche, un tempo seminali (in modi e spazi completamente differenti) ma ora in netta fase calante, come Lou Reed e i Metallica. E perché, d'altro lato, non saranno pochi i quali, in preda ad un qualche delirio di protagonismo, descriveranno come geniale una simile operazione.
La genesi di questo album è ormai nota, ma vale la pena ricordarla: è fine ottobre 2009, si festeggia il venticinquesimo anniversario della Rock'n'Roll Hall Of Fame e Lou Reed è chiamato a suonare sul palco accompagnato dai Metallica. Si piacciono, si vogliono. La cosa non finisce li. Ad aprile di quest'anno si rivedono ed in un paio di mesi prende forma Lulu. Niente di più semplice, niente di anormale per chi conosce un pelino il carattere (e la storia) di Lou Reed. La cosa difficile da digerire è, invece, proprio il disco. Per un semplice motivo: è lunghissimo, mastodontico e decisamente poco orecchiabile. Lou Reed e le melodie sono ormai pianeti lontani. Il suo roco talking è sempre più lamentoso e graffiante, ed associato alle granitiche ritmiche dei Metallica il risultato finale è quantomai caotico e straniante. I testi - ispirati alla femme fatale protagonista di un paio di celebri opere d'inizio Novecento firmate dal drammaturgo Frank Wedekind – sono duri e crudi, ed in qualche modo legati a doppia mandata con le stridenti musiche di Hetfield e compagni.
Raccontare una storia. Non è una novità nel mondo del rock. Lo stesso Reed potrebbe dirci qualcosa a riguardo con il suo Berlin. Alcuni dei più grandi capolavori partoriti negli ultimi trent'anni di musica, sono concept album. Ma sono capolavori perché riescono ad unire in maniera strepitosa il lato verboso con quello musicale. Lulu semplicemente non ci riesce, pur avendo il merito di frullare in maniera innovativa due satelliti le cui orbite erano fin'ora inconciliabili neanche nella più fervida immaginazione. Alla fine della corsa rimangono le canzoni: alcune sono francamente insopportabili (Mistress Dread), altre riescono a strappare un sorriso compiaciuto (The View) ed almeno una potrebbe ambire a conservare un posticino caldo nel vostro cuore (Junior Dead).
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09/11/2011 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
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