Sembra incredibile che al giorno d’oggi, dove spaziano abbondantemente e non fanno altro che proliferare rimasterizzazioni spesso inutili e le solite minestre scaldate e riscaldate, ci siano voluti ben trent’anni per realizzare un progetto simile per una delle poche, grandi leggende che davvero meriterebbero una seconda vita, e che mancano al mondo della musica ma anche della gente comune, come Bob Marley. La storia di Bob rimane ancora oggi, una delle più toccanti del panorama musicale e sociale. Era una persona e un cantante, artista, di grande spiritualità, umanità e grandezza, un vero eroe dei suoi tempi e della sua terra per la quale sacrificò anche la sua stessa vita. A Bob Marley, ancora giovanissimo fu diagnosticato un melanoma e gli venne detto che, per salvarsi avrebbe dovuto sottoporsi all’amputazione di un dito. Bob rinunciò all’operazione rispettando il credo rasta che vietava il contatto di qualsiasi arma o lama col corpo e a denti stretti proseguì la sua carriera musicale, fece un tour che lo portò anche in Italia, nell’intera Europa e in America. Al ritorno però per la Giamaica il male si era già ampiamente diffuso agli altri organi e lo portò a morire. Fino ai suoi ultimi istanti di vita Bob ha voluto vivere sul palcoscenico, tra la sua gente e la sua musica, nonostante suonasse diversa e più che cantare c’era da commuoversi. L’ultimo regalo che fece ai suoi fans fu il concerto a Pittsburgh quel settembre 1980, otto mesi prima della sua morte.
Ebbene, quell’emozionante concerto si trasforma oggi in cd doppio, Live Forever. Niente di nuovo forse per i collezionisti più accaniti che si saranno sicuramente impossessati di questa piccola chicca da brividi, più che per la perfezione, per i ricordi, l’emozione e la storia che porta con sè, grazie a tecnologie odierne, file recuperati in internet o i famosissimi cosiddetti bootleg, ma un regalo enorme per chi vorrebbe leggere e conoscere la vita, la leggenda che è stato Bob Marley attraverso la sua musica e, respirare, seppur simbolicamente, le emozioni che ha regalato, le sofferenze che ha condiviso e insegnato con la sua musica e con la sua vita, alla sua gente e anche al mondo intero. Non è stato facile per la casa discografica ripulire l’audio e ritrattarlo per renderlo un vero album live inteso nel modo classico, ma fiduciosi che l’obiettivo principale sarebbe giunto facilmente, senza troppe spiegazioni, hanno raccolto più che la qualità, le sensazioni, le emozioni, i brividi di quella sera, rendendolo un album di emozioni. Venti tracce totali, le venti performance intere (a parte qualcuna come dicevamo un po malmessa) dell’ultima esibizione live di Bob, tra pezzi come No Woman No Cry dedicata alla moglie proprio in virtù del suo male, Jamming e la emblematica Get Up Stand Up che chiuse il sipario su quello che sarebbe stato l’ultimo grande “insegnamento” di Bob.
Quello che si tiene a sottolineare e a precisare è che Live Forever è una struggente antologia di Bob Marley, che forse per alcuni risulterà semplicemente una furba operazione commerciale e probabilmente da una parte è così in quanto, registrazioni live come il Live di Londra nel 1977 o Babylon By Bus sono sicuramente più attendibili dal punto di vista audio e delle performance. Perciò un consiglio: se volete ascoltare un disco live di Bob Marley, forse Live Forever non è un ideale approccio, non vi permetterà di giudicare al meglio ed obbiettivamente l’artista nella sua interezza e nella sua vastità, è sicuramente necessario conoscere la sua vita almeno in parte per capire, emozionarsi in questo percorso musicale, sul perché esiste, sul perché è importante e sul perché, nonostante qualche imperfezione e sbavatura, è spettacolare. E’ da prendere in mano con le lacrime agli occhi, è un ottimo bagaglio di emozioni estreme per chi conosce un pizzico della grandezza di quest’uomo: è l’ennesima eredità di umanità che ci ha lasciato.
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