Vi presentiamo un album che si richiama con decisione agli stilemi del Rock Progressivo inglese ed italiano degli anni Settanta. Si tratta di un disco davvero molto bello, intitolato “SONMI-451”, opera di un collettivo musicale che si è formato diversi anni fa con il nome di Tamurakafka.
Ne avevamo sentito parlare nel 2014 quando pubblicarono il loro primo lavoro discografico, un disco bellissimo, ispirato al romanzo “Kafka sulla Spiaggia” di Haruki Murakami. Tamura Kafka era il protagonista di quel libro, ed è diventato anche il nome attraverso cui identificare la band. Adesso Massimo Baiocco, ex Frangar Non Flectar, cantante e chitarrista del gruppo, si è gettato a capofitto e con grande dedizione, ad un nuovo progetto, ancora una volta musicale e letterario, che prende in esame un testo difficile, variegato e complesso come “Cloud Atlas” dello scrittore inglese David Mitchell.
Un libro visionario, che contiene un intreccio di storie e di personaggi appartenenti ad epoche diverse, ma che hanno un unico filo conduttore: il concetto di libertà in un mondo distopico, dal futuro incerto, dove l’evoluzione del capitalismo mette in evidenza le sue stesse crepe. Il racconto della tragica storia di Sonmi, il protagonista de “L’Atlante delle Nuvole” è anche un’occasione per esplorare questioni filosofiche ed esistenziali, riprodotte fedelmente negli “spoken word” che si alternano alle canzoni del disco. Abbiamo a che fare con un “concept album” di grande levatura, che alterna arpeggi di chitarra acustica ad una sezione di archi oppure a passaggi elettrici da brividi. Si tratta di disco capace di regalare emozioni, e non soltanto grazie alle liriche dei brani.
La formazione di base prevede - accanto a Massimo Baiocco - altri grandi musicisti, con una preparazione classica e provenienti da diverse scuole di musica. Ci riferiamo a Pamela Gargiuto , ai violini, a Noemi Colitti , alle tastiere, a Joseph Servino alle chitarre, a Maria Asta, alla voce, a Maurizio Boco, alla batteria, ad Enrico M, al basso, a Maurizio Luciani, al contrabbasso, a Emilia Slugocka, al violoncello, a Caterpillar e a Tiziana Cesarini, le due voci narranti e a Cristiano Quagliozzi, addetto alla “visual art” e alle illustrazioni. Quindici composizioni in tutto, alcune delle quali sfiorano i dieci minuti di durata.
Un album di raffinato Art Rock capace di offrire sia le armonie incantevoli de “La Prima Volta”, “Quanto Credi Sia Grande Il Mondo” o “L’Assommoir” sia il crescendo punk-rock di “Luisa Rey”. Una musica aperta, senza confini, come i concetti filosofici ed il messaggio libertario che contiene. Da ascoltare.
Articolo del
01/03/2021 -
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