C’era tanto jazz nei mitici film italiani che hanno segnato un’epoca. Negli anni in cui erano evidenti le prospettive di un cambiamento di ruoli e di status del paese, i grandi registi di pellicole come I soliti ignoti, Il sorpasso, Il vangelo secondo Matteo, Rocco e i suoi fratelli, Sette uomini d’oro, si affidarono ad altrettanto grandi compositori, (Umiliani, Ortolani, Gaslini, Rota, Trovaioli, Morricone, Barbieri) e aprirono la strada al jazz nei cinema di un Paese che cambiava sotto la spinta della modernizzazione.
Ora troviamo una preziosa testimonianza di quella musica e di quegli anni ruggenti nel disco “Movie Medley”, realizzato dal contrabbassista e arrangiatore Manuele Montanari, diplomato in contrabbasso al Conservatorio Rossini di Pesaro, con il clarinettista Gabriele Mirabassi e con una big band composta da importanti musicisti della scena jazz nazionale. Sono quattordici brani che formano un compendio di alcune colonne sonore storiche; il risultato è quello di un disco a tema, senza soluzione di continuità, concepito quasi in forma di suite.
“Alcuni brani, ad esempio “Come tu vuoi” di Nino Rota tratto da Rocco e i suoi fratelli, sono principalmente delle trascrizioni alle quali mi sono attenuto fedelmente”, spiega Manuele Montanari, “in altri mi sono discostato ed è il caso di Blues for Gassman per il quale ho fatto la reprise che chiude il CD; ho scritto un arrangiamento mio della melodia e del tema perché volevo dare una chiave di lettura personale sempre omaggiando la base di Piero Umiliani”. In America la storia del cinema si interseca con quella del jazz dalla fine degli anni Venti ma in Italia, dove quella musica era vietata dalla censura fascista, abbiamo dovuto aspettare il periodo del boom economico e delle grandi idee.
Uno dei film più rappresentativi è Il sorpasso che ci racconta il sogno del benessere diffuso e delle prime trasgressioni concluso tragicamente in un incidente d’auto dietro a una curva. C’è un baldanzoso Vittorio Gassman accanto a un timido Jean-Louis Trintignant su una Lancia Aurelia spider. Durante la sequenza dei titoli di apertura si può ascoltare lo stridio delle gomme dell’auto accompagnato da un tema musicale che sembra collegato ai giri del motore. Il regista Dino Risi punta sul jazz come contrappunto della tragedia che aspetta il protagonista del film (e forse la società). “Il film si apre come un turbine e la musica rimarca la frenesia del personaggio e dei tempi che stavano cambiando”, afferma Montanari, “della voglia di vivere dei giovani negli anni Sessanta.
C’è un filo conduttore che accomuna tutti i lungometraggi dai quali ho attinto il materiale musicale per la realizzazione di questo progetto. È quel connubio tra grandi registi e grandi compositori: Monicelli-Umiliani; Risi-Ortolani; Visconti-Rota; Bertolucci-Barbieri; Tornatore-Morricone”. E poi c’è Pasolini con Il vangelo secondo Matteo di cui Montanari propone Sometimes I feel like a Motherless child. “In quel film”, spiega Montanari, “Pasolini adopera musica di diverso tipo e, in una scena, c’è un vecchio blues d’America con chitarra e voce. Ho scelto quel brano perché è uno spiritual ed è l’unico pezzo che non porta la firma di un compositore di colonne sonore.
È il brano in cui ho messo più del mio con un arrangiamento adatto a una cattedrale perché è davvero trascendente”. All’interno della “suite” di Movie medley, troviamo la perla di Ultimo tango a Parigi, un jazz sospeso in un’aria malinconica. “E’ una provocazione”, dice Montanari, “ho arrangiato la musica facendo un mix di tutti gli interventi musicali del film. In Ultimo tango a Parigi le scene parlate sono spesso intervallate dalla musica e allora ho cercato di creare un unico brano con un collage di tutti gli interventi musicali. Una provocazione, anziché un tempo di quattro quarti l’ho arrangiato in tre quarti col risultato che in realtà il tango è diventato un valzer”.
Il disco, prodotto da Dodicilune, è distribuito in Italia e all’estero da Ird. Con Montanari e Mirabassi suonano: Simone La Maida (sax alto-soprano), Antonangelo Giudice (sax alto e clarinetto), Filippo Sebastianelli e Milo Lombardi (sax tenore e clarinetti), Marco Postacchini (sax basso e baritono, clarinetto, flauto), Leonardo Rosselli (sax baritono), Luca Giardini, Giacomo Uncini, Michele Samory e Mattia Zepponi (tromba e flicorno), Massimo Morganti (trombone, euphonium), Luca Pernici (trombone), Carlo Piermartire (trombone, basso), Diego Donati (chitarra), Tommaso Sgammini (piano), Lorenzo Marinelli (batteria e tam-tam).
Attualmente il cinema e la Tv sono i maggiori committenti di musica e molti compositori sono diventati star discografiche; le colonne sonore assumono sempre più rilevanza e spesso sono parte integrante delle scene. Quando guardiamo un film, spesso, il commento musicale ci suggerisce sentimenti profondi e fa da collegamento nella sceneggiatura. Ma in definitiva il cinema può essere un punto di contatto tra la musica jazz e quella popolare? “Assolutamente sì”, risponde Manuele Montanari, “personalmente prediligo il jazz la cui matrice popolare è predominante dai ghetti dell’America alle bettole di New Orleans.
Il jazz è musica popolare, non è un caso che sia arrivato nelle scuole molto tempo dopo la sua nascita. I musicisti hanno cercato di inquadrarne la teoria, di leggerlo e farlo combaciare con l’accademia e con la musica scritta ma è imprescindibile che il jazz abbia un’altra storia”.
LA SCHEDA
Movie medley Il grande jazz a Cinecittà Manuele Montanari Dodicilune 2020
Track list
1) Blues for Gassman from I soliti Ignoti 2) Tensione from Audace Colpo dei Soliti Ignoti 3) I soliti ignoti from Audace colpo dei soliti ignoti 4) Il Sorpasso 5) Blues all’alba from La Notte 6) Sometimes I feel like a motherless child from Il vangelo secondo Matteo 7) Jazz band 8) Come tu mi vuoi from Rocco e i suoi fratelli 9) Walk on home from Sette uomini d’oro 10) Sette uomini d’oro 11) Walk on home (reprise) 12) Ultimo tango a Parigi 13) Nocturne whith no moon from La leggenda del pianista sull’oceano 14) Blues for Gassman (reprise)
Articolo del
23/12/2020 -
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