Fine anni Ottanta. Mossi i primi passi nella scena underground di Los Angeles, dopo l’album d’esordio pubblicato dalla Epitaph, le L7 (Donita Sparks, Suzi Gardner, Jennifer Finch, e Dee Plakas che rimpiazza Roy Koutsky alla batteria) vengono scritturate dalla Sub Pop per incidere per il Singles Club. È bastata un’esibizione della band, per quanto caotica, a far prendere tale decisione ai proprietari dell’etichetta.
Al singolo esplosivo Shove segue la registrazione dell’EP Smell the Magic (1990), appena ristampato - rimpolpato da tre pezzi - in occasione del trentennale dell’uscita (appetibile la Loser Edition in vinile colorato).
Interessanti le liner notes, con informazioni e aneddoti forniti dalle musiciste (Sparks, Gardner e Finch), e graditissimi i testi delle canzoni riportati nella busta interna.
Il disco è una bomba. Aspro e fremente nella sua mescolanza vigorosa di ruvidezze punk e inflessioni metal, avvince per il perfetto equilibrio di rumore e melodia; di urla sgraziate e sonorità compatte e rocciose che danno vita – strano a dirsi – a brani orecchiabili, talvolta veri e propri “micro-inni” (Shove, Fast and Frightening, (Right On) Thru, Deathwish).
Arricchito da una sezione ritmica dirompente, da chitarre distorte e ululanti (con feedback e wah-wah a “fare da ponte” con i Mudhoney), e da testi anticonformisti in cui la propria alterità viene rivendicata senza che la figura dell’outsider diventi una macchietta, “Smell the Magic” si riconferma una prova brillante e vibrante anche a distanza di tre decenni.
Notevoli anche i tre pezzi aggiunti alla scaletta originale: in particolare, Just Like Me, sberleffo riservato a Guns N’ Roses, Faster Pussycat, Vixen e gruppi affini (all’epoca, molto in voga), e American Society, cover che ribadisce il “non allineamento” della band, e che non sarebbe stata fuori luogo in un Lp dei Bad Religion.
A suo modo, una ristampa necessaria, il cui acquisto è vivamente consigliato.
Articolo del
18/11/2020 -
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