Il secondo lavoro letterario-musicale di Jet Set Roger esce in un momento propizio, quando quelli che lui stesso definisce « tempi difficili, dove l’incertezza economica ci fa vedere insidie e nemici in chiunque appaia leggermente diverso dal gruppo» diventano tempi ancora più difficili, quasi irreali.
Un Rifugio per la Notte, pubblicato da Snowdonia Dischi è il racconto sonoro e visivo di un episodio della vita di Francis Villon, poeta francese vissuto nel XV secolo a Parigi, ispirato a un racconto di Robert Louis Stevenson. Proprio come il concept album precedente, Lovecraft nel Polesine, anche questo lavoro è accompagnato da un’opera del fumettista e illustratore serbo Aleksandar Zograf che ormai ha stipulato un sodalizio artistico con Roger.
La storia si snoda attraverso 11 brani che raccontano una notte particolare (o forse usuale) della vita di Villon, poeta e criminale dalla duplice personalità.
È proprio il tema del doppio, tanto amato da Stevenson, a pervadere il racconto. Non si tratta, però, di un doppio teatrale nel quale lo spettatore può immedesimarsi, ma di un doppio da fine Ottocento, alba della psicoanalisi. È anche il doppio del Teatro di Bertolt Brecht che mira all’estraniamento per inibire l’immedesimazione del pubblico e stimolare una riflessione distaccata, quindi più lucida.
Il racconto di Stevenson, tuttavia, ripercorre radici ancora più antiche, ritornando alla tradizione carnevalesca e alla satira menippea, dove dominava la prospettiva eccentrica degli dei.
Attraverso questa visione distaccata sia lo scrittore scozzese sia Roger vogliono sottolineare l’impossibilità di separare bene e male, giusto e sbagliato. Il motore che muove Stevenson è il desiderio di contraddire la società Vittoriana e la sua rigidità, nonché il pretesto per simpatizzare con Villon, considerato da lui come un furfante dai tratti umani.
Quella di Roger, invece, è una riflessione brechtiana un po’ più leggera che sposa il punto di vista di Stevenson, includendo parole compassionevoli sul suo personaggio vissuto in un tempo molto difficile. Accanto al pensiero letterario, c’è anche la volontà di legare l’ascoltatore ad un percorso più sonoro che visivo, per strapparlo dalla fruizione distratta ed ispida della musica così come viene fatta oggi, cercando di fargli vivere un’esperienza più appagante e suggestiva.
Articolo del
22/03/2020 -
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