Siamo stati abituati a vederlo per anni sul palco pronto ad assecondare con la sua chitarra elettrica le gesta di David Bowie, Iggy Pop , Morrissey e Sinead O’Connor, ma la pubblicazione di questo eccellente “Run” apre un nuovo capitolo per la carriera artistica di Kevin Armstrong.
Era lui il chitarrista di Bowie a Live Aid , è lui che ancora adesso accompagna in tour Iggy Pop. Ma non appena aveva momenti di pausa Kevin si recava nei suoi Squirrel Mountain Studio nell’East Sussex e metteva a punto il suo album d’esordio. Quando il disco è uscito, Iggy è caduto letteralmente dalle nuvole: neanche lui ne era a conoscenza! Nel corso del tempo, dagli anni ottanta in poi, Kevin Armstrong non è stato soltanto un eccellente chitarrista di supporto a grandi rock star, ma spesso ha contribuito alla stesura dei singoli brani.
Ecco allora che alcune di queste collaborazioni del passato tornano a rivivere su “Run”, con nuovi incisioni, nuovi arrangiamenti e la voce di Kevin Armstrong, che poi è la vera scoperta del disco. Sì perché se da una parte non c’erano dubbi alcuni sul talento chitarristico di Kevin, nessuno poteva aspettarsi che sapesse anche cantare! Invece la sua voce è gradevole quanto basta e sa anche farsi sentire, aggressiva e forte, nei pezzi in chiave hard rock, come la straordinaria “Leucocytes Of Love”, uno dei sei brani scritti interamente da Armstrong. L’album inizia con “Run”, un brano che Bowie ha molto amato e che è stato scritto insieme a Kevin ai tempi del primo album dei Tin Machine. Una canzone rock per eccellenza, melodica e intensa allo stesso tempo, con un “guitar work” nitido e ficcante.
Molto belle anche “Where Does All The Time Go” e “ Outside” , gli altri due brani di epoca Bowie: vi segnaliamo in particolare il sassofono di Terry Edwards sulla nuova versione di “Outside”. Invece brani come la splendida ballata “He Knows I’d Love To See Him’ e ‘Oh Phony’ si riferiscono alla collaborazione con Morrissey. Gli altri brani portano la firma di Armstrong che - oltre a cantare - suona molte altri strumenti. Su tutto la chitarra elettrica, sorgente inesauribile dei “riff” di Kevin. Ci sono ballate acustiche delicate e molto riflessive come “Dog Ate My Giro”, “On Beachy Head” e “Clean”, ma risultano notevoli anche la ritmica di “The Way Of All Flesh”, brano piacevolmente bluesato, e la sezione vocale di “Feel This Jones”.
Hanno collaborato al disco Mat Hector, alla batteria, Terry Edwards, al sassofono e Paul Cuddeford, autore dell’assolo di chitarra su “Outside”. L’album, a prima vista, offre di sé un aspetto un po’ duro, con quei teschi in copertina : in realtà le canzoni scritte da Kevin Armstrong sono in gran parte rock ballad che affrontano con semplicità e in maniera molto diretta il tema della vita e della morte. Il disco non è destinato solo ai nostalgici del rock anni Ottanta, ma si apre anche in direzione delle generazioni più giovani, grazie a melodie molto intriganti e ad un guitar work assolutamente impeccabile. Se non lo trovate nei negozi, scrivete direttamente a Kevin Armstrong a questo indirizzo: kevinarmstrong7@me.com
Articolo del
18/07/2019 -
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