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Distorsonic
Twisted playgrounds
2019
Dischi Distorti Records
di
Maria Grazia Umbro
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Ritornano le distorsioni sonore di Maurizio Iorio e Stefano Falcone, alias Distorsonic. Il duo romano al suo il terzo lavoro in studio che ci porta a giocare con i suoni su terreni contorti.
Avete solo un minuto e mezzo di overture per immergervi nel mood di questo disco con il brano “”Space Underdogs From Hell”, una specie di doccia fredda che serve da antipasto: quel fingerfood che vi passa davanti al naso su un vassoio e che vi da giusto il tempo di aprire lo stomaco prima dell’abbuffata. E si comincia subito con “Subterranea”, che con i suoi diabolici sospiri e l’incedere dei colpi di tamburo vi sbatte in faccia il menù di questo famelico impasto di suoni e parole, poche ma messe nei punti giusti, proprio per questo scelte con cura e non a caso. “Angeli cianotici sporchi di carisma indossano il caos con elegante disinvoltura”.
La disinvoltura delle parole che si insinuano come fendenti silenziosi. Il primo loop parte e ci accompagna per oltre due minuti, prima di deviare e trasformare i restanti tre minuti scarsi in una seconda visione della stessa medaglia.
Le distorsioni si fanno un pochino più incisive in “”Messing around with a baritone”, un brano dalla connotazione quasi fantascientifica: come una capsula spaziale che si appresta a sparire in un buco nero. Per poi riapparire nell’altra dimensione, quella di “Headhunting the headhunters””: una caccia che inizia in modo tetro a trascinarci giù nell’infinito fatto di qualche arpeggio poggiato su una corda pizzicata ogni tanto, che finisce per aggrapparsi al susseguirsi di colpi simmetrici sui piatti, per poi andare a fondersi in un pieno di batteria. Un loop che alterna suoni pieni con semplici input elettrici di corde neanche troppo distorte.
“Secchezza delle fauci” riapre lo stomaco con il suo incedere bellicoso, siamo solo a metà delle portate e la fame non è ancora placata. Siamo pronti per i sei minuti e dieci di “Heavy Satori”, il singolo; significativo e rappresentativo di cosa sono i Distorsonic: se non li conosci con questo brano hai la possibilità di ascoltare il loro arcobaleno sonoro. Quel brano che ti fa comprare il disco, che ti fa venire voglia di sentirli dal vivo, esperienza che suggerisco di non farsi mancare perché propedeutica alla comprensione totale della loro musica.
“Fisheye speedfreak” si rivela con tutta la potenza del suono che qui si fa ricco: in alcuni momenti ci si chiede quanti strumenti sono presenti data la varietà di colore. Quasi un insieme di effetti speciali che fanno tutto tranne che rendere l’atmosfera artificiale e artificioso. Ormai siamo in balia, e ci stiamo navigando dentro. “Caronte” ci accompagna verso l’epilogo di questo pasto luculliano di suoni che non appaiono più distorti: siamo dentro un ingranaggio meccanico. Il silenzio prima dell’apertura di “Tofranihl”, fatta di ticchettii sui piatti e brevi delicate rullate, sembra solo il preludio ma siamo al dessert del gran finale. Finisce così, con una sfumatura lunga che riporta tutto alla dimensione iniziale. La mano si allunga e cerca il tasto play per ricominciare.
Un disco che è un insieme di suite, se non guardi l’avanzamento dei brani sul player non hai punti fermi che definiscono inizio e fine di un brano, ma non se ne sente il bisogno. L’andamento sinuoso che accompagna l’intero lavoro permette un ascolto fluido e ininterrotto, dove le pause non separano le tracce ma al contrario creano quello spazio di intersezione necessario, agevolato dalla predominanza della musica sulle parole. Un viaggio succulento, chiudete gli occhi e affondate i denti.
Tracklist
1. Space Underdogs From Hell 2. Subterranea 3. Messing Around With a Baritone 4. Headhunting the Headhunters 5. Secchezza delle fauci 6. Heavy Satori 7. Fisheye Speedfreak 8. Caronte 9. Tofranihl
Articolo del
28/05/2019 -
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