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Fabio Zuffanti
In/Out
2019
AMS Records
di
Angelo Bianco
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A distanza di cinque anni da “La quarta vittima” , quell’uomo di multiforme poliedricità musicale che corrisponde alla figura di Fabio Zuffanti ci riprova con “In/Out” , ottavo album solista di una carriera lunga ormai venticinque anni, pubblicato il 5 novembre per AMS Records. Diverse e di un certo peso le collaborazioni di cui il disco si fregia, dalla produzione a cura di Livio Magnini (Bluvertigo) alla voce di Fabio Cinti, passando per il violino di Nicola Manzan (Bologna Violenta), la batteria di Paolo Tixi e i suggestivi artwork realizzati da Enrico Gabrielli (Afterhours, Calibro 35).
Considerata la sconfinata ammirazione dello stesso Zuffanti per il maestro Battiato e il mitologico “La voce del padrone”, tanto da dedicargli una biografia e un album a esso ispirato, quella di affidarsi a Cinti (il cui “adattamento gentile” del suddetto album gli è valso meritatamente una targa Tenco) si è rivelata una scelta tanto azzeccata quanto vincente. Sua è infatti la voce principale che interpreta la visione in forma testuale di Zuffanti in collaborazione con il giornalista e musicista Piergiorgio Pardo (Egokid).
Come il manifesto prog-ressista “Ascoltate attentamente perché sono cambiate le nostre opzioni” vuole insegnare, il cambiamento non solo è alle porte ma a quanto pare è pure inevitabile e ricorda maledettamente la visione “battiatana” che Cinti ormai sfoggia con innata sicurezza. Immaginate “Violenza domestica” come una matrioska di tappeti sonori in cui si alternano, in poco meno di quattro minuti, momenti musicali ad ampio spettro. Dopo la parentesi prog-psichedelica di “I-0 coda” , che riporta Zuffanti nel suo habitat musicale naturale tra suoni stroboscopici e sintetizzatori liberi di esprimersi, l’atmosfera ritorna su versanti più intimi e personali di “Se ci sei” , che mette ancora una volta in evidenza la voce di Cinti, accompagnata dai delicati archi di Riccardo del Monaco. La chiusura dell’album riprende in parte l’assenza di schemi già portata avanti con Violenza domestica, proponendo in “Frammentazioni” ambienti sonori dapprima diversi ma poi uniformi al tema centrale del brano, che sfumano leggiadri tra i colpi di pianoforte di Giovanni Pastorino.
Superato il traguardo dei cinquant’anni (più uno) Fabio Zuffanti si è regalato una nuova gioventù musicale, racchiusa in un album prog-esplorativo come se ne vedono in pochi in Italia. In/Out è la summa non solo delle sue sconfinate esperienze pregresse ma anche quelle di tutti gli altri interpreti che hanno conferito uno spessore degno di nota all’opera musicale, la cui amalgama crea interessanti spunti di carattere sonoro. Sperimentare vuol dire anche divertirsi e provare combinazioni e accostamenti vocali e musicali diversi, e In/Out può dirsi un lavoro riuscito proprio perché, a discapito del nome, non pone questi due elementi portati né “dentro” né fuori” ma esattamente al centro di tutto.
Articolo del
18/04/2019 -
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