E’ la città di Roma il tema portante delle storie raccontate da Il Muro del Canto su “L’Amore Mio Non More”, quarto album in studio del noto gruppo folk rock che conta ormai un numero molto vasto di seguaci affezionati e attenti.
La formula musicale è quella nota, è perfettamente riconoscibile, con la voce potente di Daniele Coccia sempre in primo piano e lo spoken word di Alessandro Pieravanti a fare da contraltare. Echi di vecchi stornelli romani si sovrappongono a citazioni rock, a momenti di musica reggae, a influenze celtiche o ancora a melodie tipicamente western in un mix energetico e forte che confluisce poi nei testi scritti dallo stesso Coccia e da Pieravanti.
C’è da osservare inoltre che per la prima volta , all’interno delle dodici nuove tracce che compongono il disco, il dialetto romanesco viene messo da parte in ben due occasioni. Infatti sia Stoica che il monologo ll Tempo Perso sono due brani cantati completamente in italiano. Ma cominciamo dai due primi singoli: La Vita E’ Una ha il dono di un ritmo dinamico e di un coralità contagiosa che spinge tutti a cantare il tema della nostalgia sulle note di quel “Torneremo ancora bambini/ liberi e leggeri/ sempre più in alto nelle altalene”; Reggime Er Gioco invece è dedicata a Roma, una città sempre più complicata che ti espone a delusioni e amarezze, ma che conserva intatto - per chi sa guardare oltre le cose - il suo fascino. Stoica è una ballata elettrica, cadenzata e sofferta, non un singolo, ma un brano di denuncia contro “una vita sporca e ladra” che comunque va vissuta sempre “nell’occhio del ciclone”; è di certo il brano migliore del disco, dove Daniele Coccia offre il meglio di sé, della sua natura anarchica e ribelle: “Non fa per voi la libertà/ Non è qualcosa che si trova passeggiando a piedi nudi al mare”. Da segnalare anche Senza ‘Na Stella, una ballata che ha l’andamento di un vecchio valzer e che è interpretata ottimamente da Lavinia Mancusi, da sempre ospite nei live del Muro. Brani come L’Amore Mio Non More e Novecento hanno la struttura tipica degli stornelli romani, mentre Roma Maledetta dà spazio alla voce narrante di Alessandro Pieravanti che ricorda i tanti “fattacci” di cronaca nera accaduti in città, dal delitto Pasolini al Canaro. Assolutamente esaltante è invece Cella 33, una ballata carceraria che è sostenuta da una base ritmica che prende in prestito il folk irlandese e che ci regala una fantastica interpretazione di Daniele Coccia alla voce. Ponte Mollo è una riuscita cover di un brano portato al successo da Lando Fiorini, mentre Al Tempo del Sole è un mix fra reggae e musica celtica, un brano dalla genesi davvero particolare. Domani è una ballata dolente e sofferta, sullo stile di Stoica, ed è un altro piccolo capolavoro di questo nuovo album del Muro, dotato di un crescendo epico a dir poco elettrizzante.
“L’amore mio non more” è un album molto ben riuscito, dedicato a quanti vogliono resistere, a quanti non si adeguano al clima cinico e cattivo dei tempi, ed è la colonna sonora intima e personale di chi si sforza ancora di vivere e pensare a modo proprio. Oltre a Daniele Coccia Paifelman alla voce e ad Alessandro Pieravanti, voce narrante e percussioni, troviamo le chitarre di Eric Caldironi e di Giancarlo Barbati Bonanni, mentre al basso c’è Ludovico Lamarra; Andrea Ruggiero, al violino, è ancora una volta ospite del Muro, mentre alla tromba e al trombone troviamo Davide di Pasquale. Il disco è stato registrato e mixato da Giancarlo Barbati Bonanni e missato da Matteo Gabbianelli presso il KuTso Noise Home. Design e grafica sono stati curati da Paolo Campana e le illustrazioni sono di Lucamaleonte.
Articolo del
05/11/2018 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|