BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
Laura Veirs
The Lookout
2018
Bella Union
di
Angelo Bianco
|
Un’assenza lunga quasi cinque anni quella di Laura Veirs, divisa tra la scrittura del nuovo album e l’essere mamma di due figli, sicuramente una responsabilità non da poco. Un doppio impegno che si è concretizzato lo scorso 13 aprile con l’uscita di The Lookout, decimo album in studio e seguito di Warp and Weft arrivato nel 2010. Diversi i temi affrontati nel disco, elaborati dalla Veirs durante il periodo della maternità e l’avvicinamento alla mezz’età, un percorso tanto delicato quanto d’ispirazione per la quarantaquattrenne cantautrice del Colorado.
Nel brano in apertura Maragret Sands la memoria di un’amica perduta viene affidata all’incresparsi delle onde, seguita dalla vivace “svolta pop” di Everybody Needs You in cui viene fuori il lato materno dell’artista americana. Per arrivare poi a quello che è il brano più rappresentativo del fare musica da parte di Laura Veirs con Seven Falls, una stupenda poesia folk. Spazio anche alle collaborazioni come nella cover di Mountains of The Moon dei Grateful Dead realizzata con Jim James mentre con Sufjan Stevens in Fire Watch dà vita ad una ballata in cui emerge tutto lo spirito rassicurante che pervade l’album.
Un’ode continua alla magnificenza della natura ma non solo, The Lookout ad esempio è un tributo verso l’altra metà del suo cielo, il marito e produttore Tucker Martine, in un sodalizio musicale che prosegue da ben nove album. E la mano dell’esperto producer è tangibile lungo le 12 tracce in cui folk e pop generano un’armonia musicale che invita l’ascoltatore a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla rilassante voce della Veirs.
Nel mezzo anche un omaggio all’indimenticabile Bowie e la sua Space Oddity con Heavy Petals. La felicità derivata dal fare cose apparentemente semplici come sdraiarsi su un prato e dimenticarsi della paura e dell’essere confusi facendosi trasportare dalle magiche note del pianoforte in The Meadow o accettare in maniera serena che anche il nostro tempo arriverà come nel pezzo The Canyon. Se in questo brano viene fuori la riflessione della Veirs sul tempo che scorre, in Lightining Rod ad emergere è l’istinto materno in cui immaginiamo la cantautrice stringere a sè i propri figli (che con il loro cugino compongono il coro presente nella canzone) mentre, durante un temporale, racconta loro di Ben Franklin e dell’invenzione del parafulmine.
Nel suo placido incedere verso la conclusione viene fuori, è il caso di dirlo, la natura più selvaggia del disco con brani come When It Grows Darkest e Zozobra, quest’ultima accompagnata dal sottofondo rock delle chitarre elettriche. Proprio con l’ultima traccia vengono arsi tutti i timori e le paure in favore della speranza e di una visione più ottimistica della vita, proprio come avviene simbolicamente con l’omonimo fantoccio durante la Fiestas de Santa Fe.
The Lookout è quindi un viaggio alla ricerca della speranza attraverso la purezza della natura, un album capace di cullare l’ascoltatore, promettendogli che andrà tutto bene. Quello di Laura Veirs è un folk moderno e leggero ma dotato di una profondità sorprendente, capace di trasmettere serenità anche quando la vita colpisce dove fa più male
Articolo del
11/05/2018 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
//www.youtube.com/embed/4hMXle6fRAw
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|