Quella che oggi si chiama “Piazza CLN”, a Torino, è un luogo dai molti significati. Durante la seconda guerra mondiale c’era la sede della Gestapo, la polizia segreta del Reich. Per questo venne poi ribattezzata con l’acronimo del Comitato di Liberazione Nazionale, proprio per cercare di imporre un nuovo significato ad un luogo che rievocava la sottomissione e la morte.
Allo stesso modo, proprio per esorcizzare la morte, Dario Argento ambientò una scena di omicidio del suo capolavoro “Profondo Rosso” in un appartamento che affaccia su Piazza CLN. Ma Torino è anche la città italiana che più è legata all’esoterismo. L’esoterismo è indissolubilmente legato al concetto di simmetria. E Piazza CLN è delimitata su un lato da due fontane identiche e simmetriche, divise nel mezzo da una strada: una rappresenta il fiume Po, l’altra la Dora Riparia. Alle spalle delle due fontane, due chiese gemelle.
Queste sono alcune delle suggestioni che hanno portato alla creazione dell’album, regno della distorsione, del riverbero e dell’eco. Le influenze noise e progressive si fondono a creare suoni che, ripetuti all’infinito, fanno da teatro ai continui cambi di atmosfera che a tratti oscilla tra il malinconico e l’allucinato. Conosciutisi proprio a Torino, Arbeit e Spaccamonti, si fronteggiano come le due fontane che delimitano la piazza. I due, che se non bastassero le suggestioni finora presentate, guarda caso, sono un tedesco e un torinese, hanno una storia molto lunga: il chitarrista Jochen Arbeit, tra le varie cose, è uno dei componenti degli Einstürzende Neubauten, uno dei gruppi più importanti della recente storia tedesca.
Paolo Spaccamonti, anch’egli chitarrista, è uno degli sperimentatori più influenti nel panorama musicale italiano. Ma dire che CLN è un album che richiama immagini suggestive, è dire poco. Sette brani, tutti strumentali, che come antiche formule esoteriche rievocano in note la storia e i fantasmi di una piazza e della città che la circonda. Le due chitarre descrivono un luogo che in trenta minuti di introspezione buia e graffiante si apre in una gelida pianura desolata, specchio di un cielo che quasi mai lascia intravedere linee di blu come tagli su una tela grigia
Articolo del
08/04/2018 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|