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Mélissa Laveaux
Radyo Siwèl
2018
No Format!
di
Simona D'Angelo
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Mélissa Laveaux ha la testa piena di suoni, suoni che fanno parte delle sue radici e che ha deciso di raccontare. Parte così in missione per Haiti alla ricerca delle sue origini, un po’ per onorare i suoi antenati e un po’ perché sono passati 20 anni dall’ultima volta che ha messo piede sull’isola - che ha lasciato quando ne aveva 12 - e sente che c’è qualcosa che la spinge a tornare li, c’è un bisogno da soddisfare.
Nonostante si senta straniera, al tempo stesso è elettrizzata come un’esule che torna finalmente a casa. E’ da queste emozioni contrastanti che nasce Radyo Siwèl terzo album della cantautrice canadese, che vede la luce dopo cinque anni di intenso lavoro, un progetto unico nel suo genere, intriso della storia e della cultura di Haiti e allo stesso tempo estremamente personale e intimo. Registrato in appena cinque giorni e mixato, man mano che le tracce venivano realizzate, la voce luminosa di Mélissa e le sue chitarre sinuose, sono abbellite ulteriormente dalla presenza distintiva del cuatro di Drew Gonsalves, leader della band di Trinidad, Kobo Town.
Nan Fon Bwa fonde l'haitiano con un’ estetica indipendente, spogliata durante i versi, ma riscaldata dall'aggiunta di linee di synth nel ritornello. Tolalito porta invece con sé la bellezza ritmica e il sound degli anni ’60 addolciti dalla voce di Laveaux, che quasi sembra bisbigliare. Jolibwa è ritmo caraibico puro, mood da spiaggia per un sole che brilla di positività. Vestendole con un’estetica più moderna, Mélissa reinterpreta il retaggio haitiano, prendendo canzoni tradizionali e cucendole insieme per creare un patchwork di identità che si intersecano.
Alcune canzoni sono vecchissime, nessuno sa chi le abbia scritte, venivano addirittura diffuse dai cantastorie itineranti e dalle orchestre rurali, che portavano le canzoni di villaggio in villaggio. Questo lavoro risulta dunque una brillante rivisitazione in chiave indie-folk di inni pastorali e voodoo, che sposano la forza dell’afrobeat, senza dimenticare il tocco dance che caratterizza i carnevali caraibici.
Il risultato è una tracklist ricca di allegorie e simbolismi propri della poesia e della canzone haitiana, una specie di linguaggio della resistenza in codice. Una collezione full-band lenta, lucente, gioiosa che combina la chitarra haitiana di kompabijou de folk dal valore davvero inestimabile
Articolo del
16/03/2018 -
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