Due considerazioni mi restano della passata vita londinese: la prima, è che fare la cameriera nella city rende di più di quanto si pensi, la seconda, è che se fai la cameriera con Whistle For The Choir dei Fratellis come sottofondo, prendi sicuramente più mance. E’ matematico. Costello Music - di cui fa parte appunto Whistle For The Choir - è stato uno dei capisaldi della musica inglese dell’ultimo decennio ed è ancora oggi innegabile che, brani quali Henrietta o Chelsea Dagger, siano tra i più passati dalle radio britanniche.
In Your Own Sweet Time è il quinto album in studio per The Fratellis vede la continuazione del sodalizio con il produttore americano Tony Hoffer (Beck, The Kooks, OK Go, Depeche Mode, Belle & Sebastian per citarne alcuni), che ha permesso al loro sound di maturare da quello di giovani scallywag di Costello Music ad una potenza camaleontica, audace e con un senso dell'umorismo pungente.
L’album si apre con Stand Up Tragedy, pezzo rock dal testo ironico e dall’irresistibile hook che anticipa alla perfezione il ritornello, destinato a rimanere nelle orecchie per moltissimo tempo. Sugartown è un salto indietro agli anni ‘60, un perfetto mix tra i Mersey Beat e i moderni Cake, un Doo-Wop romantico che ruota intorno allo scanzonato refrain: “I get the strangest sense we were lovers' past tense, like a dog in heat I can't be indiscreet”. Sull’onda del fraseggio goliardico Starcrossed Losers prende il via con una linea di basso alla Costello Music, prima di andare alla deriva come in una pigro pomeriggio d’estate, raccontando in modo sfacciato una storia d'amore, una sorta di Romeo e Giulietta low cost. Il falsetto Prince-style di Jon Fratelli si accompagna agli sdolcinati carillon che si ergono sopra al basso ruvido di Barry Fratelli e all'inconfondibile tamburellata di Mince Fratelli, aggiunge al testo quel tocco di teatrale iperattività.
The Next Time We Wed ha avuto una esistenza mutevole, pensata come un pezzo country in re minore alla fine si è trasformato in un indie-elettro. Con il coro forse più accattivante dell'anno, questo brano è stato pensato dai Fratellis per dare grandi soddisfazioni e merita sicuramente di essere l'inno dell’estate o almeno di una calda giornata insolitamente luminosa a Glasgow. L'altra faccia di quest’album è sicuramente rappresentata da Laughing Gas per il sound completamente diverso da qualsiasi cosa abbiano fatto finora, chitarre dal suono impeccabile e un ritornello che crea forti aspettative: “And I'll see what I can do, to paint your grey skies blue”.
Sull’onda psichedelica l’orientale Advaita Shuffle ricorda i Kula Shaker di Govinda con l’aggiunta dell’immancabile chitarra che qui si fonde col basso. Oriente e psichedelia si respirano anche in I am That che sembra celebrare Within You Without You dei Beatles.
Questi tre ragazzacci scozzesi ci regalano undici canzoni una diversa dall’altra, pur restando fedeli al loro sound energico e ricco di virtuosismi alimentati dal testosterone del miglior rock britannico. Giocosi, incisivi e volutamente rilassati, The Fratellis son tornati!
Articolo del
10/03/2018 -
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