Il nuovo album dei Wombats è una miscela di indie-rock, una riesumazione del post- punk britannico, addolcito per l’occasione da motivetti pop. Nel complesso, pur non lasciando a bocca aperta, un disco che farà comunque parte delle nostre vite per i prossimi mesi, e noi speriamo senza rovinarcele
A circa tre anni da Glitterburg - 5° posto della chart britannica - The Wombats tornano con Beautiful People Will Ruin Your Life, il nuovo album che ha visto la luce lo scorso 9 febbraio.
Con il primo singolo, che imperversa nelle radio da quasi tre mesi, ci avevano dato un assaggio di cosa ci saremmo dovuti aspettare, Lemon To A Knife Fight infatti è la tipica hit radio, dove lo stile Wombats è molto riconoscibile: ritmo serrato, sound di chitarre come se non ci fosse un domani e ritornello che funziona, impossibile stare fermi.
Cheetah tongue, il secondo singolo ad uscire è accompagnato da un video abbastanza piatto e noioso, esattamente come il brano. Non brilla sicuramente per originalità, classico pezzo che uno non ha voglia di riascoltare subito dopo, anzi. Ripetitivo.
A differenza dei brani sopra citati Turn è uno di quelli che ascolteresti in loop ed è forse il pezzo che, insieme a Lethal Combination, percorre strade meno battute e più riuscite dell’interno album, cosa che non accade con Dip You in Honey, che ricorda nella ritmica - e non solo - la beatlesiana Ticket to Ride. Julian Casablancas ad esempio avrebbe potuto tranquillamente essere l’autore di I Only Wear Black, uno spensierato clapping hand dalle sonorità indie-rock strokesiane, mentre l’accattivante riff di chitarre di Ice Cream non faticherà ad essere onnipresente nelle radio.
L’album non arriva alla giusta dose di audacia che ci si aspetterebbe dopo quattro album e dodici anni insieme, non so se sia da attribuire al fatto che i marsupiali ci abbiano lavorato ognuno da diverse parti del mondo (il batterista Dan Haggis da Londra, il bassista Tord Øverland Knudsen da Oslo e il frontman Murph, da Los Angeles) per poi ultimare le registrazioni con i produttori Mark Crew (Bastille) e Catherine Marks (Wolf Alice) ad Oslo, o che sia difficile ormai eguagliare (e addirittura superare) in originalità e irriverenza l’esordio di A Guide to Love, Loss And Desperation; fatto sta, che la possibilità del coup de théâtre sembra oramai lontana.
Insomma, Beautiful People Will Ruin Your Life è una miscela di indie-rock, una riesumazione del post- punk britannico, addolcito per l’occasione da motivetti pop. Nel complesso l’album, pur non lasciando a bocca aperta, farà comunque parte delle nostre vite per i prossimi mesi, e noi speriamo senza rovinarcele
Articolo del
13/02/2018 -
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