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Gaudi
Magnetic
2017
Rare Noise Recods / Goodfellas
di
Giuseppe Celano
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Ha i dreadlock Gaudi, è un musicista e produttore bolognese (che ha lavorato anche con Vanoni e Irene Grandi per citarne due a caso) ma vive a Londra.
È conosciuto per lavori dal tiro pop-reggae, elettronica e world, Magnetic è il suo nuovo lavoro, un’opera arricchita di synth analogici ma dall’anima dub capace di produrre suadenti basse frequenze.
Sei bassisti coinvolti, da Bill Laswell a Colin Edwin passando per Shanir Ezra Blumenkranz e Tony Levin fino a Lorenzo Feliciati e Jamie Saft.
Una superband insomma, messa su per vincere a colpo sicuro con un disco sexy, ammaliante e molto melodico in Opus 12 no.7, con il suo giro di basso guizzante e veloce come l’attacco di un cobra reale. Nell’opera si rintracciano anche sample di Merzbow a cui si aggiunge l’armonica di Cyro Baptista e il rhodes di Michele Cavallari.
Nocturnal Sonata sembra provenire da Blade Runner 2049, intrisa di suoni siderali e futuristici, fustigati malignamente dai dissonanti contrappunti del pianoforte. Non manca il buon (buono si fa per dire eh, avercene così) Pat Mastellotto che funge da pietra angolare su cui il resto dei musicisti si lascia andare in totale rilassatezza.
Sigilla tutto Epilogue Leitmotiv, una vera ballad, di quelle potenti e sincere, lenta e affascinante con Laswell tessitore di armoniche sensuali che si strusciano contro il pianoforte di Roger Eno tessendo ottime melodie.
Un lavoro davvero notevole quello di Gaudi, ottenuto dalla sommatoria di grandissimi elementi virtuosi, capace di gestire tutti i membri coinvolti in modo che possano convivere assieme in quest’opera. È qui che risiede la grandezza di Gaudi come producer, lì dove spesso e volentieri le super band hanno miseramente fallito, perché non sempre l’unione fa la forza, il compositore è riuscito a trovare il giusto collante che, oltre a tenerli saldamente uniti, li fa lavorare a stretto braccio come perfette api operaie
Articolo del
01/02/2018 -
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