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Pennelli Di Vermeer
Misantropi Felici
2017
Soter
di
Valerio Di Marco
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Sono dieci anni che la band di Pasquale Sorrentino ci delizia con le sue arie che ascolteresti diecimila volte e non ti stancheresti mai. Il primo album è del 2004 ma l'esordio ufficiale viene fatto risalire a Tramedannata, del 2007.
Qualcuno diceva che la semplicità è un punto d'arrivo, e allora i Pennelli sono arrivati da un pezzo. E qualcun'altro diceva che spesso, in musica, barocchismi e ricamini finto alternativi servono a mascherare le magagne in fase di scrittura. Ebbene, qui di tecniche d'aggiramento non v'è neppure l'ombra. Neomelodici, ma non nel senso che solitamente s'intende sotto il Vesuvio: il combo partenopeo si mostra per quello che è, quasi sfrontato nella fiducia riposta nelle proprie melodie che sforna con facilità disarmante.
Da questo punto di vista sono inattaccabili. Magari non originalissimi ma, diciamoci la verità, chi lo è davvero ? Che poi è il loro passato a parlare di sperimentazioni e contaminazioni non solo tra diversi generi musicali ma anche tra diverse forme d'arte. Stavolta però tornano al classico.
E così risuonano vagamente qua e là ora Battiato (Cerco Un Buco Nella Settimana), ora gli Stadio (Non Si Vive Soltanto D'Amore), ora Branduardi (Mentre Tu), inframezzati da ballate intime (Nel Mare Della Sera, Ti Cercherò Ti Troverò), scosse elettriche (Ho Perso il Vizio) e reminiscenze folk (La Luna Tutto Vede).
Articolo del
01/12/2017 -
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