I Baptizer sono un gruppo noise, power electronic , drone e industrial. La loro musica non è per tutti, perché questa musica è scritta da chi e per chi si sente intrappolato nello spazio e nel tempo sbagliati. Un incubo, un sogno, oppure entrambi, in quanto le informazioni reperibili su di loro sono vaghe e confuse.
Come figli di un tempo che non li vuole, il gruppo fantasma si aggira, rintanato nei sobborghi, producendo ritmiche visionarie ed inquietanti. L’ultimo album, dal titolo Holy War Renewal, esce a Novembre 2017 per la Silber Records, e già i titoli dei brani sono piuttosto ambigui (Le mutazioni di Adamo ed Eva, il figlio bastardo d’Europa, la piaga di Mohammed, la stella di Moloch, tra le rovine, eccetera).
Siamo al quarto album per il gruppo, che chiaramente non disdegna atmosfere torbide, questo a detta dei tre album precedenti, ovvero Inter Uterine Asphyxiation, Separate/Resist/ Survive e Victims and Martyrs. Il nuovo lavoro ci abbraccia da subito di puro industrial, con effetti sonori pregevoli e fantascientifici. Voci sommesse, un urlo vago tra le infinite sonorità, strani versi qui e lì e un ansimare costante. In tutto questo, i suoni riconoscibili di una navicella spaziale che ci rimanda dritti dritti a 2001 Odissea nello spazio.
Per tutto l’album il sound tipicamente elettronico, ma anche fortemente noise e drone è ricoperto di versi raccapriccianti e non identificabili. Riconosciamo a pieno titolo che non è una musica di facile ascolto né di facile comprensione, ma le atmosfere sono talmente mutanti e sospese, e incredibili nella ricerca digitale della diversità e dell’ambiguità, che lasciano attoniti e perplessi per l’intera durata dell’album, che vaga tra le atmosfere di The blair witch project a quelle di Blade Runner , fino a quelle di Matrix.
C’è un forte connubio tra fantascienza fatta di androidi e mondi fittizi e terrore intergalattico. Non lascia pace un istante, Holy War Renewal, questo quarto sconcertante lavoro dei Baptizer. Soul Twilight, che lo chiude, è una vera chicca: fa pensare alla scena in cui Terminator rinasce dai detriti o quella in cui Rutger Hauer, accompagnato da una giovane Daryl Hannah, infesta le strade della città con incedere gelido e disumano. È un sogno o un incubo, ci chiediamo. In entrambi i casi non li inseguiremo, non li cercheremo, perché sono creature della notte, intrappolati nel tempo e nello spazio sbagliati
Articolo del
17/02/2018 -
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