Ora grinta, grinta, grinta, la vita è divisa in due nel soul. Un acuto e si parte, con una super sfida sulle scale funky, e se non reggi le pressioni e non hai grinta è meglio non dire che sei un fratello o una sorella nera.
Miss Martha High ha lavorato per 32 anni con the Godfather of Soul, Mr James Brown.
Per chi ama r'n'b, soul e funky, le atmosfere di una volta, degli anni che contavano perché si scriveva la storia. Nel mondo d'oggi, così elettronico, un po' di vecchio e duro, secco funk fa sempre bene.
L'album Tribute to My Soul Sisters è dritto, non crolla mai; traccia dopo traccia ti chini giù esclamando “Oh my Jesus!”, vorresti saltare e fare mille acrobazie come John Belushi in The Blues Brothers.
“Think”, il primo brano, apre le porte al mondo del sottosuolo del groove. Ecco l'oceano nero che si forma, il popolo è pronto, le chitarre entrano in levare, dando un balzo, ed i brani scorrono sulle urla delle tigri del palco, il basso ci culla, I love you.
Prosegue l'album con “This is my story”, che ci inoltra nel vero mondo delle funky diva, le magiche coriste che riempivano i vuoti delle esibizioni sfrenate di J.B., stiepidendo i bollori con i loro acuti gonfi come vapore caldo. Anestetizzanti? No baby, no.
La traccia numero nove “Unwind yourself” manifesta la proprietà di gorgheggio sopra la media di Martha, una voce che racchiude le varie fasi dell'evoluzione da corista a black singer.
La High possiede un'essenza da diva, per quello è una funky diva e per questo dedica il disco a tutte le coriste di Brown.
Possente nell'orgoglio raziale, libertina per la storia a cui ha assistito, attuale, perché, quando c'è un ritmo funky fatto bene, chi non si muoverebbe sentendosi un ballerino?
Un passettino dopo l'altro ci si avvia verso la fine di un album pieno di vita, “Mama feel good”, la penultima traccia del disco, ci spinge quasi al limite, come quando alla fine di una festa continui a danzare per inerzia, avvolto in un esuberante torpore, e ti ritrovi poi stropicciato su un divano che puzza di alcool, a sentire quella sensazione – Oh what a feeling è la soluzione!
Articolo del
13/11/2017 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|