Nuovo album per i Waterboys, un disco triplo, ricco di ingredienti diversi, a conferma della grande fertilità e bravura di Mike Scott nelle vesti non solo di interprete ma anche di songwriter di talento.
Non aspettatevi però il solito disco dei Waterboys, infarcito di elementi celtici di origini scozzesi e/o irlandesi oppure di folk-rock. A partire dal titolo, Out Of All This Blue (Fuori da Tanta Tristezza), il percorso intrapreso risulta completamente diverso e l’album strizza l’occhio alla musica funky, all’hip hop, alla musica soul e contiene canzoni d’amore molto positive, meno struggenti rispetto al suo recente passato, ma decisamente romantiche.
Un progetto ambizioso, che gli riesce, almeno in parte, perché Mike Scott resta senza dubbio un grandissimo musicista, ma che forse potrà far storcere la bocca a tutti quei fans dei Waterboys che si aspettavano nuove slow ballads acustiche, malinconiche e intime quanto basta. Soltanto la splendida Love Walks In rispetta certi canoni espressivi e si rivela in linea con i vecchi brani dei Waterboys che siamo abituati a conoscere.
D’altra parte Mike Scott viaggia felice sulle ali dell’innamoramento, in qualità di fresco sposo dell’artista giapponese Megumi Igarashi , da cui ha avuto recentemente anche un figlio, e abbraccia realtà musicali per lui nuove con l’entusiasmo di un giovane apprendista! Fra i brani meglio congeniati, vi segnaliamo Morning Came Too Soon, una ballata serrata ed avvincente, con una ritmica molto contagiosa e ricca di groove.
Prima della fine, emerge anche - nella sua bellezza e semplicità - So In Love With Yourefrain di “Love Walks In”, ripetuto all’infinito. Ma forse non bastano questi episodi - per quanto belli - a giustificare due ore e sedici minuti di musica, là dove i momenti più belli restano vecchie citazioni di rhythm & blues come Nashville, Tennesse oppure la godibile trama musicale di We Choose Who We Love che apre l’album o ancora l’intrigante Mister Charisma.
Episodi più marcatamente “dance” come Yamaben oppure Monument, convincono meno, ma lasciamo pure a Mike Scott la libertà di esprimersi come vuole e di comporre la colonna sonora più adatta per salutare tanta ritrovata felicità. Album comunque da accogliere con immutato interesse ed entusiasmo, ci mancherebbe altro!
Articolo del
10/11/2017 -
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