La timbrica inconfondibile di Terje Nordgarden, fatta di un ottimo registro medio e grave e di un cantato dalla tessitura mai troppo cadenzante e decisamente melodico, è il trait d'union di Changes album prodotto dalla GDN Records e mixato da Christian Engfelt. Norvegese, appassionato cultore di un universo musicale in cui le strutture melodiche e i versi narrano momenti e suggestioni pieni di colori e palpabili emozioni, Nordgarden ha girato l'Europa e si è innamorato della Sicilia, dove ha deciso di fissare la propria dimora.
Lo stile vocale richiama la tradizione nordica. È puro e senza eccessi, non ricerca mai l'acuto al fine di spettacolarizzare l'esecuzione, ma emoziona con bassi e frasi melodiche brevi e ed efficaci. La fine tecnica strumentale, a metà strada tra Oslo e il calore mediterraneo, è fatta di ritmiche semplici ma possenti e accostamenti strumentali articolati (armonica, pianoforte, corde, ottoni). Nordgarden ha il potere fondere insieme elementi della tradizione folk, soul e blues, sdoganandone i tratti stilistici per asservirli al suo racconto musicale fatto di vivide passioni piene di pathos.
La magia funziona alla perfezione nella title track, "Changes", l'intro con armonica e pianoforte richiama alla mente scene da film, ma il pezzo evolve, il ritornello risuona solare e molto radiofonico, i cori sul finire suggeriscono accenti gospel. Così anche in "Side of the Road" (terzo singolo estratto in attesa della pubblicazione dell'album il 13 ottobre), brano che stupisce per la tessitura ritmica, cui gli ottoni fanno da tappeto sonoro. Il cantato "a la" Tom Jones e le tastiere vibranti, regalano atmosfere da club anni '70. "Wide Open Spaces" è l'ultimo dei brani che meglio incarnano il profilo stilistico dell'album. Qui il ritmo scende, una bossa nova, con una interpretazione molto sentita, un romanticissimo pezzo pop che mette insieme le anime di Nordgarden.
Cupe malinconiche strofe cedono il passo a ritmiche sostenute ora folk ora da band jazz, in "Right is now (Love is the hell)" o "Don't Need Nobody". I brani che completano l'album mettono in primo piano volutamente (e con merito) l'esecuzione strumentale. Una band di livello capace di tradurre con grande naturalezza le visioni del cantautore norvegese.
"Changes", è l'album del cambiamento per l'artista norvegese, probabilmente perché racchiude in sé quanto più possibile il cantante ha assorbito dalla scena culturale e musicale circostante. Sa di nuovo per le perfette spirali stilistiche che caratterizzano i brani più sperimentali, stanca sul finale per la ripetitività delle melodie
Articolo del
17/10/2017 -
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