Il padre dello shock rock è tornato. Si intitola “Paranormal’’ il nuovo album di Alice Cooper, pubblicato il 28 luglio perearMusic e distribuito da Edel. Uno dei più grandi e stravaganti personaggi del panorama rock statunitense ritorna a distanza di sei anni dall’ultimo progetto discografico (“Welcome 2 My Nightmare’’) con un disco composto da dieci tracce e che vanta la collaborazione di artisti del calibro di Billy Gibbons degli ZZ Top, Roger Glover, bassista dei Deep Purple, e persino Larry Mullen degli U2, che ha curato quasi tutte le parti di batteria.
“Paranormal’’, prodotto da Bob Ezrin, storico collaboratore di Vincent Damon Furnier (vero nome del cantante di Detroit), è un disco veloce, non di fortissimo impatto, ma che comunque fa da eco alle melodie a cui i fan di Mr.Cooper sono tanto affezionati, a partire dai riff di chitarra che richiamano le sonorità anni ’70.
Il titolo potrebbe far pensare a un concept album, a qualcosa di sinistro e di profonda atmosfera. E in effetti con l’omonimo pezzo d’apertura le previsioni vengono per un attimo confermate. Paranormal, scritta assieme a Roger Glover, parte in modo trionfale. Arpeggio di chitarra e colpi di batteria, con un breve crescendo che sfocia con il racconto tetro dell’artista classe ’48: “I'm condemned to the long endless night, And I live in the absense of light, And my shadow has a life of its own, Watching you while you sleep all alone’’. Insomma, la canzone convince e fa ben sperare l’ascoltatore in qualcosa in pieno stile Alice Cooper o addirittura Iron Maiden, per via dei cambi di ritmo e melodie.
Invece, già con Dead Flies si viene catapultati in un rocambolesco rock piuttosto grezzo e poco originale, come in Fireball, in cui la voce di Alice viene filtrata da un effetto megafono che sa troppo di già sentito. Con Paranoiac Personality si ritorna a sonorità decisamente più classiche e ben collaudate, bissate con successo in Fallen in Love. Un rock blues che chiama immediatamente a raduno Billy Gibbons per l’assolo.
Per restare in tema rock old school vengono proposte Dynamite Road e Private Public Breakdown. La sorpresa arriva con il soul rock di Holy Water con tanto di sezione di fiati. Strofe, ritornello, in poche parole tutto è in grado di mandare in estasi l’ascoltatore. E’ solo l’inizio, perché ‘zio Alice’ rincara la dose con Rats (rock’n’roll purissimo) e l’atipica, ma comunque convincente e pinkfloidiana, The Sound of A.
È il degno brano di chiusura, che in qualche modo si ricollega per atmosfere ‘creepy’ al primo, andando però oltre e divenendo misterioso e psichedelico.
Fine? Manco per sogno. Si passa al secondo disco, che racchiude due pezzi scritti e suonati dalla formazione originaria di Alice Cooper. Il primo, Genuine American Girl, ha una melodia davvero accattivante che mischia punk e rock’n’roll, specie nel ritornello, con tanto di cori in simil falsetto, mentre You and All of Your Friends diverte quanto basta. Seguono sei registrazioni live, tra cui l’immancabile School’s Out.
Ben ventisette dischi in studio e Alice Cooper è ancora in grado di stupire i suoi seguaci, magari non con un intero album, ma con delle piccole perle che non fanno del tutto rimpiangere quelle dei vecchi tempi. Anzi, forse sono già in corsia di sorpasso.
Articolo del
30/07/2017 -
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