Dieci pezzi per mezz'ora di poesia musicale, tra cantautorato sbilenco, melodie malinconiche e coinvolgenti, hip hop delle origini italiche (Neffa, Sangue Misto e dintorni), rap smozzicato, da sempre “poesia della strada” (Onda Rossa Posse docet), il tutto calato in una visione tardo-romantica di Roma e di una generazione (precaria? Flessibile? Interrotta?) che dai quasi ventenni arriva fino ai quarantenni.
Ecco il successo dei dieci ritratti poetici di Polaroid, a lungo centellinati su YouTube e ora finalmente al completo per Bomba Dischi, quindi in tour per la penisola e domenica 23 luglio, in compagnia di Ketama126 e altri sodali, con Roma Brucia, al Viteculture festival, presso la Ex Dogana di San Lorenzo a Roma.
Carl Brave e Franco126 sembrano essere i perfetti cantori, incantati e al tempo stesso disincantati, di una città e di un modo di essere che parla a tutti, tra sogni d'amore delusi (Sempre in Due), Solo guai nell'estate infuocata, car sharing di litigate d'amore (im-)possibile Roma nord/Roma sud (“è del Fleming ed è come se venissimo da altri pianeti/così lontani però come fratelli siamesi”, da Enjoy), e Per favore e Alla tua che migliorano di ascolto in ascolto. Da poco è arrivato anche un formidabile remix di Pellaria, con Populous & Ckrono in forma smagliante a dare un tocco ballerino alla prima hit di questo piccolo, indiscusso, capolavoro.
Il tutto a conferma degli azzeccati ascolti e proposte dell'etichetta romana Bomba Dischi – già l'anno passato con Calcutta e ancora prima con l'oscura, cangiante elettronica di Youarehere – che nel panorama “indie” italiano incontra l'electro-pop di Gazzelle, il gran parlare di trap e dintorni, ma soprattutto un mood evocato in successione anche dal letteralmente invisibile Liberato di Nove Maggio, artista la cui identità è stata recentemente “rappresentata” sul palco del MI AMI festival da Izi, Priestess, Calcutta, Dj Shablo, a metà tra nuovo cantautorato e tardo-rap pop, appunto.
È un potente movimento di artisti e pubblico protagonista di una nuova narrazione musicale che Carl Brave e Franco126 interpretano al meglio, con un poco di auto-tune e le loro sonorità da viaggio post-rave in analogico, una specie di Burial e Shlohmo “suonati” e resi più popolari.
Potrà apparire un azzardo, ma in queste accaldate serate romane, in giro tra cene collettive e baretti (“che stai a fa'/noi sempre al bar/e siamo ancora in giro”, da Noccioline), càpita di sentire “metti Polaroid di Carl Brave, va'!”, come da sempre si dice “e metti Remo Remotti!” il Maestro che ci manca sempre di più. Parrebbe una consacrazione che viene dalla strada, dai molti dispersi nei vicoli assolati e nelle ombreggiate trattorie al centro di questa amata e odiata città eterna.
Mamma Roma, malgrado tutto “stamo ancora qua”, dal cuore di Trastevere, fiori cresciuti in mezzo ai sampietrini
Articolo del
20/07/2017 -
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