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Apres la Classe
Circo Manicomio
2017
Godzillamarket
di
Valerio Di Marco
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Il settimo lavoro degli Après La Classe è di quelli che tengono svegli. Del resto già accostare le parole "circo" e "manicomio" la dice lunga sulle intenzioni dell'ensemble salentino.
Il tripudio ska-patchanka-reggae-latino del combo è preceduto dalla presentazione che ne fa Caparezza, amico della band, nell'intro. "E' arrivato il circo", e le belve escono dalle loro gabbie per prendersi il centro della scena.
Cesko (voce, synth, chitarre), Puccia (voce, fisarmonica, tastiere), Combass (basso, cori), Giammy (batteria), e Alex (chitarra), che nel 2016 hanno festeggiato vent'anni di carriera, suonano come un'orchestra. Sono in cinque ma sembrano di più, tanta è l'energia sprigionata e incanalata a fatica in 14 tracce dai sapori etno-folk che tra storie d'amore e inni alla spensieratezza, tentano anche un approccio politico come Pueblo e El Presidente.
Un disco glocal, che esalta il territorio ma pensa internazionale, come dimostrano anche le quattro lingue utilizzate: italiano, spagnolo, francese...e salentino, spesso mescolati nei singoli brani. Ma l'afflato cosmopolita si evince anche dal fatto che i cinque sono habituè dei palchi esteri.
Magari un indie-rocker con la puzza sotto il naso un disco del genere lo ascolterà con sospetto e una buona dose di tracotanza, ma a un orecchio attento non sfuggono la bravura e la tecnica di questa "manita" d'assi abilissimi a cimentarsi anche con la canzone d'autore, vedasi la straordinaria cover de Il Cuore E' Uno Zingaro, brano con cui Nicola Di Bari e Nada vinsero il Festival di Sanremo nel 1971
Articolo del
11/07/2017 -
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