C'è una seconda vita, e forse molte altre, in parallelo, per tutti. E si fa sempre in tempo a recuperare la propria adolescenza. Questo gioiello di epiche sonorità sta a dimostrarcelo. Hypnopazūzu è l'incontro, magico, possente, dinamitardo, tra il nostro, antico e oscuro maestro di cerimonie e visioni David Tibet, leader ultra-trentennale dell'epopea Current 93 e Martin “Youth” Glover, bassista di Killing Joke e poi fortunato produttore di mille e mille artisti (da Depeche Mode a Primal Scream). I due si erano già incontrati nei primi anni Ottanta, una vita fa, appunto, per il primo lavoro “ufficiale” di Current 93, il tuttora oscuramente splendente 'Nature Unveiled', inno industrial esoterico aperto da quello che per anni fu l'hit sepolcrale solitamente suonato verso l'alba di nefaste nottate: Maldoror Is Dead, in onore del cupo eroe degli omonimi Canti scritti dal folle genio di Lautréamont (Isidore Ducasse, Conte di).
Oltre tre decenni dopo i nostri eroi ci regalano 10 brani per 52' di musica e parole davvero senza tempo. Con i tappeti sonori di Youth magniloquenti, sinfonici, orchestrali, elettrici e infuocati al contempo, pur nella loro asciuttezza strumentale (a partire dal suo Moog synth). Quindi le litanie e invocazioni di un David Tibet che torna alle origini, orrorifiche e violentemente visionarie, della sua impeccabile e prolifica carriera: un passo oltre qualsiasi folk apocalittico e distorsione industriale. Evocando linguaggio copto e accadico: Hypnagogia. Hypnos. Pazūzu. Da qualche parte abbiamo letto, ma non sappiamo più dove, che quest'ultimo, Pazūzu, pare sia il demone nero dell'Esorcista.
Your Eyes In The Skittle Hils inizia in sordina, per aprirsi subito alla forza declamatoria di un Tibet che a tratti ricorda l'attacco pauroso e indemoniato di 'Dogs Blood Rising' (forse il miglior LP dei primi C93), quindi un fondo poeticamente malinconico a stravolgere emozioni e visioni. Le percussioni introducono Christmas With The Channelers, oltre otto minuti di soffocata musica sinfonica per le invocazioni soprannaturali di un Tibet forse al meglio delle sue infinite potenzialità. L'ipnosi ritmica e invasata di The Crow At Play si lega al mantra psichedelico di Sweet Sodom SingSongs, ma subito prima Magog At The Maypole è uno dei picchi dell'intero lavoro, per intensità sonora ed esaltata declamazione vocale: una potenza ancestrale sembra prendere corpo negli anfratti psichici dei nostri ascolti. Possanza del passato e dell'avvenire. C'è poi tempo per l'incedere quasi cadenzato di Pinocchio's Handjob prima degli oltre 7 minuti di echi, rumori e litanie da lingue immemori di The Auras Are Escaping Into The Forest, per chiudere con l'epopea finale, ancora in crescendo, di Night Shout, Bird Tongue.
Se volessimo ancora una volta evocare il cangiante percorso di C93 questo disco si situa nel solco dei migliori 'Imperium' (1987), 'Island' (1991), 'Thunder Perfect Mind' (1992), seppure non somigli a nessuno dei tre e non ci sia alcun precedente. 'Create Christ, Sailor Boy' è un lavoro che non ammette mezze misure. Amare o odiare. Capolavoro senza tempo o barocca riproposizione di un'epoca che fu. Lo ascoltiamo da oltre tre mesi e ci appare un dono fuori tempo massimo della più splendente stagione dark, sinfonica, magica, decadente, esoterica e mefistofelica che ci sia toccata in sorte. Oggi, come trent'anni fa.
Grazie Maestri David e Youth. All the Stars are Alive, Now!
Articolo del
24/11/2016 -
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