Marta Collica è una cantautrice e musicista siciliana che ha archiviato numerose collaborazioni di spicco (dal 2005 fa parte della band di John Parish, produttore di Pj Harvey, Eels, Giant Sand) e progetti interessanti (Sepiatone con Hugo Race, e Songs with Other Strangers, con Cesare Basile, John Parish, Hugo Race, Manuel Agnelli, Giorgia Poli, ospiti Steve Wynn e Rodrigo D'Erasmo), dividendosi fra Berlino, dove vive, e il mondo, con due dischi da solista all’attivo: “Pretty and Unsafe” (Desvelos, 2007) e “About Anything” (Solaris Empire DE - Desvelos IT, 2009) con i quali si cimenta nella sperimentazione di suoni e strumenti elettronici ed analogici per arrivare ad uno stile musicale a mezza via fra il folk blues e il songwriting.
Dounia è un gruppo nato nel 1996 dall’unione di quattro musicisti di diversa provenienza artistica: Faisal Taher, Giovanni Arena, Vincenzo Gangi, Riccardo Gerbino, punto di incontro è senza dubbio la world music, principalmente espressa con performance acustiche. Anche loro hanno pubblicato due dischi, “New World” nel 2001 (Altrosud/il manifesto/Officina), e Monkey (il manifesto), nel 2005. Spesso e volentieri hanno prestato la loro musica come colonna sonora per spettacoli teatrali, cinema e TV, e per reading di poesia (con Moncef Ghachem hanno realizzato il reading “Dalle sponde del mare bianco”, registrato live su cd contenuto nell'omonimo libro edito da Mesogea). Fanno anche parte dell’organico della Pocket Poetry Orchestra, con la quale hanno pubblicato il cd del reading “Quelli che bruciano la frontiera” (Etnosuoni, 2011), con i poeti Biagio Guerrera e Moncef Ghachem.
L’incontro fra queste due realtà musicali non troppo diverse avviene nel 2013 durante un concerto a Catania, già nel backstage nascono le prime idee di collaborazione fra riarrangiamenti e nuovi brani da comporre insieme, collaborazione che ha poi dato vita a questo lavoro. Ed è un’affinità che si sviluppa benissimo intrecciando la voce delicata di Marta Collica con le vocalità tipicamente mediorientale di Faisal Taher (palestinese trapiantato a Catania, che ha collaborato anche con Ninni Bruschetta e Moni Ovadia). Come detto, in ”Silent Town” c’è la world music e il folk , con arrangiamenti semplici e ritmi dolci, nove tracce scorrevoli e piacevoli che portano l’ascoltatore a viaggiare un po’ con la mente, stimolano la fantasia con atmosfere mediorientali. Il duetto vocale Collica/Taher mi fa pensare al più noto Neneh Cherry/Youssu N’dour. Mentre l’uso di strumenti etnici sulle ballads tipiche del repertorio di Marta Collica rende la composizione molto particolare e originale. Una vera contaminazione reciproca, ricca di sfumature prese dalle diverse esperienze dei due protagonisti.
In ordine di (mio) gradimento, le tracce About Anything, Darabni u baka le migliori. Ma nel complesso un disco da ascoltare tutto, idealmente quando il sole va tramontando e dopo una giornata di caos e corse, vorremmo trovare quell’attimo di pace e relax mentale che a volte solo certa musica ci può dare.
Articolo del
22/07/2016 -
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