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Badge & Talkalot
Spaghetti Blaster
2016
Ropeadope Records
di
Maria Grazia Umbro
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Arriva il secondo round per Badge & Talkalot, ensemble musicale diretto e interpretato da Gilberto Caleffi, che partendo dall’electro-funk degli esordi, condisce questo succulento piatto con l’hip-hop il jazz e il soul. Dopo la sperimentazione dei ritmi tipicamente da dancefloor raccolti su Greatest Hints (2009), primo album uscito a nome Badge & Talkalot, siamo a deliziarci con questo secondo lavoro che pone accento sulle voci (esclusivamente femminili) per rompere i cliché musicali del funk, avvalendosi della collaborazione di musicisti italiani come Enrico Gabrielli alle tastiere (Calibro 35), Giulio Martinelli alla batteria (Umberto Maria Giardini) e Paolo Zoboli al basso (Cecco Signa), e mettendosi nelle preziose mani di Antonio Cooper Cupertino (Verdena, Casino Royale, Marta sui Tubi).
Il disco è piacevole, a dir poco, fresco e trascinante. Fantastico sottofondo per situazioni più disparate, dall’aperitivo al rooftop al viaggio in autostrada al tramonto (situazioni sperimentate ambedue dalla sottoscritta), ma si presta anche ad un ascolto più serio e concentrato per apprezzare tutte le sfumature vocali e strumentali, senza mai smettere di fare tap-tap col piedino. Immagino già un’estate dove le serate nei locali fronte spiaggia iniziano con questi ritmi che scalzano il classico lounge modello Buddha Bar: no contest!
Notevoli le tracce Come Together che apre il disco con la voce di Cecilia Stalin dando subito la sferzata ritmica decisa che ti spiega già dove si va a parare, I Need Actions e Light Me Up con la voce di Laura Vane che invece alternano basso-batteria e pochi fronzoli a impennate vocali che soprattutto nella seconda diventano armonizzazioni pure che fanno spessore. A dispetto di possibili opinioni comuni, qui non si tratta di “qualcosa di già sentito” nonostante in via superficiale possa essere ritenuto un disco che rivaluta uno stile superato, o quantomeno anacronistico.
Quindi, non fatevi ingannare dalla citazione, qui non si tratta di “solo chiacchiere e distintivo”. Sostanza e competenza applicata, gusto per il ritmo e voglia di musica che sia intrattenimento puro. Acchiappate quel vecchio radioregistratore stereo portatile, mettetelo sulla spalla come si faceva in giro per New York negli anni 70-80, volume a palla e divertitevi.
Articolo del
15/06/2016 -
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